Socialismo, democrazia, rivoluzione by Rosa Luxemburg

Socialismo, democrazia, rivoluzione by Rosa Luxemburg

autore:Rosa Luxemburg [Luxemburg, Rosa]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Politica, Filosofia, Storia contemporanea, socialismo
ISBN: 9788835981640
editore: Ed. Riuniti
pubblicato: 2020-01-08T12:20:55+00:00


Questa meccanica e superficiale riduzione del complesso dei rapporti sociali e borghesi della Polonia, ad una questione di «mercati» di vendita e la riduzione della tendenza oggettiva del processo storico alle volontà, alle paure e preoccupazioni soggettive dei socialisti, hanno dimostrato che nelle teste dei socialpatrioti si riflettevano la teoria del Marxismo storico e tutta la scienza di Marx nella stessa maniera caricaturale che nelle teste dei critici borghesi, i quali «annullavano» periodicamente la dottrina Marxista per mezzo di proprie distorsioni e la trasformavano in un mostruoso fantasma. Che la sola esposizione di tal genere di argomenti nella stampa polacca e in articoli simili della stampa tedesca fosse possibile da parte della tendenza che voleva essere considerata in Polonia come la tendenza socialista, questo semplice fatto dava una terrificante testimonianza del livello mentale degli ambienti dell’intellighenzia polacca socialista. Qui ha trovato espressione l’educazione spirituale pluriennale della nostra intellighenzia «radicale» basata sulle volgari e meccaniche teorie di Limanowski25, sulla insipida «zuppa da mendicanti» socialista, come dicono i tedeschi, che porta il nome di «teorie sociali del XVIII e XIX secolo» e sulla edizione grossolana e «ultrarivoluzionaria» del socialismo, coltivata particolarmente dopo l’anno 1885 sulle pubblicazioni fatte all’estero del fu Proletariat: su Walka Klas26 e su Przedšwit. Ha trovato qui espressione il fatto che, nel caso migliore, si insegnava all’intellighenzia polacca a credere in maniera socialista, ma non a pensare nello spirito del socialismo scientifico.

Così come in Germania o in Francia, nelle discussioni tra i Marxisti e gli avversari borghesi, si sente subito che i partecipanti alla discussione sono fra loro dei «barbari», cioè separati non da una differenza di singole opinioni, ma da tutto il modo di pensare, da una diversa visione del mondo, allo stesso modo la discussione con il socialpatriottismo poteva essere paragonata ad una torre di Babele. Le sue repliche fin dall’inizio erano caratterizzate dal tipico tono di irritazione e rancore, che risuona generalmente nelle risposte degli antagonisti borghesi del Marxismo.

I socialpatrioti polacchi hanno questo in comune con tutti gli utopisti piccolo-borghesi, che considerano la scoperta dei fatti storici sgradevoli per le loro utopie come una personale indegnità di coloro che fanno queste scoperte. Non sono capaci di capire a nessun costo che si tratta in questi casi anzitutto della «indegnità» del processo storico oggettivo e non di coloro che ne denunciano la sua tendenza, e che questo indegno processo non cessa di agire se si chiudono gli occhi. Non sono neanche capaci di capire che non si può qui trattare nemmeno della «indegnità» della storia, perché il processo storico dialettico ha questo in sé, che di solito minando e togliendo qualche tradizionale forma di soddisfacimento delle esigenze sociali, crea nello stesso tempo nuove forme per soddisfarle. Invece quegli «interessi» cui lo sviluppo sociale non dà assolutamente le garanzie economiche, sono in fondo, se guardati da vicino, interessi arretrati, falliti, oppure «interessi» immaginari. Quando i democratici tedeschi e francesi, nel 1848, dichiaravano la loro posizione verso la questione polacca, essi prendevano in considerazione da una parte l’effettivo movimento



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